La filosofia non è una dottrina, ma un'attività.
Un pensiero corretto a priori sarebbe quello la cui possibilità ne condizionasse la verità.
Non c'è un metodo della filosofia, ma ci sono metodi; per così dire, differenti terapie.
In una giornata si possono vivere i terrori dell'inferno; di tempo ce n'è più che abbastanza.
Credere in un Dio vuol dire comprendere la questione del senso della vita. Credere in un Dio vuol dire vedere che i fatti del mondo non sono poi tutto. Credere in Dio vuol dire vedere che la vita ha un senso.
Sarà rivoluzionario colui che potrà rivoluzionare se stesso.
Non è filosofo chi pensa la propria filosofia e non la vive.
La calunnia più grande e più forte viene alla filosofia da quelli che la coltivano a parole.
Si può soltanto diventare filosofo, non esserlo. Appena crediamo di esserlo smettiamo di diventarlo.
Non esiste eresia o filosofia così aborrita dalla chiesa come un essere umano.
Dicono che la filosofia è la medicina dell'anima. Ammettiamolo. Ma insieme, ammettendone anche le sue conseguenze, diremo che la filosofia come la medicina è per i malati e non per i sani. Come la medicina poi è un veleno e ogni veleno, se in breve quantità, giova, in grande uccide.
Si fabbricano le filosofie per giustificare i nostri pregiudizi, i nostri sentimenti, le necessità, anche basse, della nostra vita.
Non presumo di aver trovato la filosofia migliore, ma so di intendere quella che è vera.
La mia filosofia esistenziale è non dare importanza a ciò che non ne ha.
Non fare filosofia per scherzo, ma sul serio; perché non abbiamo bisogno di apparire sani ma piuttosto di esserlo veramente.
I primi due requisiti del filosofare sono questi: prima di tutto che si abbia il coraggio di non serbare nel proprio cuore alcuna domanda e, in secondo luogo, che si porti a chiara coscienza tutto ciò che si capisce da sé per concepirlo come problema.