Sarà rivoluzionario colui che potrà rivoluzionare se stesso.— Ludwig Wittgenstein
Sarà rivoluzionario colui che potrà rivoluzionare se stesso.
Le angosce sono come le malattie; vanno accettate: la cosa peggiore che si possa fare è di ribellarvisi.
Nella vita, invero, non è mai la proposizione matematica stessa a servirci: la proposizione matematica l'usiamo solo per concludere da proposizioni, che non appartengono alla matematica, ad altre, che parimenti non appartengono ad essa.
Nessuna confessione religiosa ha tanto peccato per abuso di espressioni metafisiche quanto la matematica.
Noi ci facciamo immagini dei fatti.
Nessuno può dire di sé stesso in modo veritiero di essere una merda. Perché, se io lo dicessi, potrebbe anche essere vero in un certo senso, ma io non potrei essere intriso di questa verità: poiché in tal caso dovrei impazzire, oppure cambiare me stesso.
Nessun vero rivoluzionario muore invano.
In una rivoluzione, se è vera, si vince o si muore.
Il processo rivoluzionario è intrinsecamente il miglior programma di sanità pubblica possibile.
Le grandi rivoluzioni d'ordine spirituale, che mutarono l'aspetto del mondo, si possono solo pensare e realizzare quali lotte titaniche di singole figure, non mai quali imprese di coalizione.
Ogni grande impresa richiede passione e la rivoluzione richiede passione e audacia in grandi dosi.
Forse una rivoluzione potrà sì determinare l'affrancamento da un dispotismo personale e da un'oppressione avida di guadagno e di potere, ma mai una vera riforma del modo di pensare.
Le rivoluzioni non sono sciocchezze, ma dalle sciocchezze hanno origine.
Una rivoluzione si fa, solo se si ha una cultura e delle idee.
Per fare una rivoluzione ci vogliono due cose: qualcuno o qualcosa contro cui rivoltarsi e qualcuno che si presenti e faccia la rivoluzione.
Tutte le rivoluzioni moderne hanno avuto per risultato un rafforzamento del potere statale.