Quello che è cibo per un uomo è veleno per un altro.
Come non vedere che null'altro la natura ci chiede con grida imperiose, se non che il corpo sia esente dal dolore, e nell'anima goda d'un senso gioioso sgombra d'affanni e timori?
Con l'ardente suo tirso una speranza di gloria immensa il cuor mi ha percosso, e m'ha versato nel petto il dolce amor de le Muse.
Poiché l'universo, oltre i limiti di questo nostro mondo, è infinito, la mente vuole sapere che cosa vi sia al di là, fin dove essa riesce a spingersi con la sua intelligenza.
A volte, come i bambini che hanno timore del buio, così noi temiamo, alla luce del giorno, per cose altrettanto inconsistenti di quelle di cui al buio ha paura il bambino.
È proprio di uno stomaco viziato assaggiare molte cose: la varietà di cibi non nutre, intossica.
I piaceri del palato sono simili ai ladri egiziani, che strangolano con un abbraccio.
Le verdure sono interessanti ma mancano di senso se non accompagnate da un buon pezzo di carne.
È preferibile un cibo anche un po' nocivo ma gradevole, a un cibo indiscutibilmente sano ma sgradevole.
Non si dovrebbe ritornare al cibo altro che quando lo stomaco chiama con insistenza soccorso.
Solo chi non ha fame è in grado di giudicare la qualità del cibo.
Vuoi disprezzare il piacere del cibo? Guarda che fine fa.
Per essere certi di venir accolti con favore dagli uomini, è meglio offrire loro del cibo per lo stomaco che per la mente.
La carne contamina i nostri pasti. Per quanto cerchiamo di nascondercelo, rimane il fatto che il pezzo forte del nostro pranzo ci arriva dal macello grondante di sangue.
Il cibo è simbolo della sicurezza, assieme al tetto che ci ripara.