Non bisogna essere superstiziosi. Oltre tutto porta male.
Il saggio non nega e non afferma, non si esalta e non si abbatte, non crede né all'esistenza di Dio, né alla sua inesistenza. Il saggio non ha certezze, ha solo ipotesi più o meno probabili.
Piangere è facilissimo: basta tirar fuori una lacrima che subito dopo arrivano le altre. Ci si commuove del fatto che si sta piangendo.
Sono troppi quelli che si sentono stupidi al suo confronto, e nessuno è più vendicativo di colui che si accorge di essere inferiore.
È incredibile come Milano, certe volte, sappia diventare bella a primavera!
Il passato è la memoria, il futuro è la speranza e il presente è l'intuizione.
La superstizione è un'insana paura di Dio.
L'insistenza sulla chiarezza a tutti i costi è basata su una mera superstizione sul modo in cui funziona l'intelligenza umana.
Siete ancora così sprofondati nella superstizione, così aggrappato a oscure fedi preistoriche, da creder nei fatti? Non vi fidate dell'intuizione?
La superstizione è la religione degli spiriti deboli.
La superstizione mette il mondo intero in fiamme, la filosofia le spegne.
La filosofia e il sole si assomigliano, entrambi devono cacciare la notte ‐ la notte fisica e la notte della mente ‐ quella che fa vivere l'uomo annegato in un oceano di superstizione.
La sicurezza è perlopiù una superstizione. Non esiste in natura, né i cuccioli di uomo riescono a provarla. Evitare il pericolo non è più sicuro, sul lungo periodo, che esservi esposti apertamente.
Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male.
La superstizione sta alla religione come l'astrologia all'astronomia, la figlia folle di una madre molto saggia.