La superstizione è la religione degli spiriti deboli.
L'umanità è una mandria di esseri che devono essere governati con la frode, l'inganno, e con lo spettacolo.
La superstizione è la religione delle menti deboli.
Qualcuno ha detto che un re ha la stoffa per essere un nobile, ma non quella per essere un gentiluomo.
L'ambizione striscia o vola.
Nessuna passione priva la mente così completamente delle sue capacità di agire e ragionare quanto la paura.
La religione non è una funzione accanto alle altre, ma è l'orientamento, che sostiene tutte le funzioni dello spirito verso l'incondizionato.
Sino a quando sulla faccia della terra vi saranno i monoteismi e le morali e i dogmi ad essi riconducibili direttamente o indirettamente state certi che il mondo esploderà un'altra volta.
Quando si parla di stronzate, enormi stronzate di serie A, dovete restare ammirati di fronte al campione storico delle false promesse e delle pretese esagerate: la religione.
Una religione è tanto meno vera quanto più è nazionale, cioè mista a scorie.
Portavo sempre una pallottola nel taschino all'altezza del cuore. Un giorno qualcuno mi ha tirato una Bibbia e la pallottola mi ha salvato la vita.
Il mondo privo di religione si ritrova senza coesione interna, schiacciato su una dimensione sola, in balìa di un egoismo che sa solo calcolare, molto prossimo al cinismo, talora alla disperazione.
L'origine della religione non è certamente la paura.
La religione, nelle sue molteplici e contraddittorie manifestazioni, è il tentativo di venire a capo del mistero della vita nella sua globalità, il tentativo di afferrare la sua selvaggia bellezza (cattedrale), e di non venire schiacciati dalla sua sconvolgente imponderabilità (ospedale).
Della religione, credo sia inutile parlarne e cercarne i resti: darsi ancora la pena di negare Dio è infatti il solo scandalo in simile materia.
Le religioni storiche mondiali portano nel sangue un presentimento delle insidie della massa. Ciò che esse desiderano è, al contrario, un gregge duttile. È consueto considerare i fedeli come pecore e lodarli per la loro ubbidienza.