Il dolore ci conduce per mano alla soglia della vita eterna.
Chi mette da parte un po' di denaro è simile a un uomo che si fa costruire un sepolcro in un luogo asciutto al riparo dai vermi.
Non si può essere ed essere stati. Ma si! Non si può essere stati imbecilli ed esserlo tuttora.
Il ricco è un cattivo povero, uno straccione troppo puzzolente di cui le stelle hanno paura.
Per l'uomo che prega molto non esistono disperazione né amara tristezza.
Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo.
È cattiva la gente che non ha provato il dolore. Perché quando si prova il dolore, non si può più voler male a nessuno.
Al piacere si accompagna sempre il dolore. E com'è delle cose di questo mondo, nulla ci è dato di eterno.
Chi continua a esultare sul rogo, non trionfa sul dolore, bensì sul fatto che, contrariamente a quanto si aspettava, non sente alcun dolore. Una allegoria.
Buttarsi intorno il dolore come un mantello.
Ma il dolore non intende prestare ascolto alla ragione, perché il dolore ha una sua propria ragione che non è ragionevole.
Dopo millenni di odi e di guerre per lo meno dovremmo avere imparato questo: che il dolore non ha bandiera.
Pace, pace una volta al mio tormento, Stanco di più patir, dai suoi legami Fugge il mio spirto, e si dilegua al vento.
Il dolore. Se ti posso sopportare, sei leggero; se non posso, durerai poco.
Spesso il piacere è un ospite passeggero, ma il dolore ci stringe in un crudele abbraccio.