Il dolore ci conduce per mano alla soglia della vita eterna.— Léon Bloy
Il dolore ci conduce per mano alla soglia della vita eterna.
Il ricco è un cattivo povero, uno straccione troppo puzzolente di cui le stelle hanno paura.
Non si può essere ed essere stati. Ma si! Non si può essere stati imbecilli ed esserlo tuttora.
Chi mette da parte un po' di denaro è simile a un uomo che si fa costruire un sepolcro in un luogo asciutto al riparo dai vermi.
Per l'uomo che prega molto non esistono disperazione né amara tristezza.
Il dolore è una dote per un animo duro.
Solo il dolore fa crescere, ma il dolore va preso di petto, chi svicola o si compiange, è destinato a perdere.
Chi continua a esultare sul rogo, non trionfa sul dolore, ma del fatto di non provare dolore laddove se l'aspettava. Una metafora.
Non credo che nessuno di noi possa parlare del dolore finché non ne è fuori.
Coltiviamo per tutti un rancore che ha l'odore del sangue rappreso ciò che allora chiamammo dolore è soltanto un discorso sospeso.
Spesso il piacere è un ospite passeggero, ma il dolore ci stringe in un crudele abbraccio.
Come i bambini ed i vecchi si mise a piangere senza sapere il perché, ‐ di dolore ch'era gioia, di gioia ch'era dolore.
Quanto più a fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potete contenere.
Che cos'è il piacere, se non un dolore straordinariamente dolce.
Abbandona l'ira, trascura l'orgoglio, passa oltre ogni vincolo: nessun dolore tocca l'uomo distaccato da nome e forma, e che non possiede nulla.