Se c'è una cosa che in Italia funziona è il disordine.
I difetti degli altri assomigliano troppo ai nostri.
Una vedova desta sempre fascino, attira. Il povero morto è un ruffiano tremendo.
I ricordi si interpretano come i sogni.
La nostra bandiera nazionale dovrebbe recare una grande scritta: Ho famiglia.
Il facile è difficilissimo. Il semplice è complicatissimo.
Potresti essere la mia perdita di equilibrio. L'equazione del mio caos.
Non avrebbe mai potuto capirmi, perché a me piacciono troppe cose, e io mi ritrovo sempre confuso e impegolato a correre da una stella cadente all'altra finché non precipito. Questa è la notte, e quel che ti combina. Non avevo niente da offrire a nessuno, eccetto la mia stessa confusione.
È il momento di fare casino... C-a-s-i-no? Mi dispiace lo faccio!
Il disordine aumenta col tempo perché noi misuriamo il tempo nella direzione in cui il disordine aumenta.
Il mero tentativo di esaminare la mia confusione consumerebbe volumi.
Sul banco di lavoro c'è sempre più casino dell'ultima volta.
Quando la lasciamo fare, la natura si tira fuori da sola pian piano dal disordine in cui è finita. È la nostra inquietudine, è la nostra impazienza che rovina tutto, e gli uomini muoiono tutti quanti per via dei farmaci e non per via delle malattie.
L'amore ci confonde facilmente perché è un continuo fluire tra illusione e sostanza, tra memoria e desiderio, tra appagamento e bisogno.
È necessario far calcolo del fine a noi immediatamente dato e di tutta intera l'evidenza, alla quale riportiamo i nostri giudizi. Altrimenti tutto sarà pieno di disordine e confusione.
La rabbia è eccitante, ma mi lascia confuso ed esausto.