Comprendere gli esseri umani è intelligenza, comprendere se stessi è saggezza.
Avere poco è possedere. Avere tanto è essere perplessi.
Il saggio pospone se stesso, ma è sempre davanti; esclude se stesso, ma si tiene lontano dai pericoli. Non è forse perché è senza fini personali che può realizzare i propri fini?
Il saggio non è erudito; l'erudito non è saggio.
Di ciò che sempre non è ora vedremo i portenti, di ciò che sempre è ora vedremo i confini.
I legami più profondi non sono fatti né di corde, né di nodi, eppure nessuno li scioglie.
Lo stolto cerca la felicità lontano, il saggio la coltiva sotto i propri piedi.
Il destino del saggio ne tiene, vita natural durante, la filosofia in stato d'assedio.
Non è saggio l'uomo che lascia una certezza per l'incertezza.
Il primo passo per la saggezza è porre in discussione ogni cosa - e l'ultimo è venire a patti con ogni cosa.
La soddisfazione è la pietra dei saggi. La soddisfazione trasforma in oro tutto ciò che tocca.
C'è qualcuno seduto all'ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa.
Saggezza e buon senso si ottengono in tre modi: primo con la riflessione, che è la cosa più nobile; secondo attraverso l'imitazione, che è la cosa più semplice; e terzo con l'esperienza, che è la cosa più amara di tutte.
La saggezza non è altro che la scienza della felicità.
L'uomo saggio non si rattrista per gli uomini che non conoscono, si rattrista di non conoscere gli uomini.
Il sapere dorme e russa nelle biblioteche, ma la saggezza è ovunque, ben desta, in punta di piedi.