Ogni forma di pensiero è senz'altro arte.
Poiché il talento e il genio agiscono all'infuori delle leggi della teoria, si trasformano nell'antitesi della realtà.
Lo stesso fine politico può produrre effetti totalmente diversi su popoli diversi e, anche sullo stesso popolo, in epoche diverse.
Il fine politico in quanto motivo determinante della guerra, sarà la misura, tanto per la meta da raggiungere mediante l'attività bellica, quanto per gli sforzi necessari.
Volendo abbattere il nemico, dobbiamo commisurare il nostro sforzo alla sua capacità di resistenza; questa si esprime mediante un prodotto i cui fattori inseparabili sono: la grandezza dei mezzi disponibili e la forza della volontà.
La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è dunque solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi.
Certi pensieri sono delle preghiere. Ci sono momenti in cui, qualunque sia l'atteggiamento del corpo, l'anima è in ginocchio.
La nostra testa è rotonda per permettere ai pensieri di cambiare direzione.
Qual è il pensiero più intollerabile: quello dei venti anni che non si hanno più o quello dei venti anni che si avranno in più?
Il pensiero ingrandisce il nostro piccolo essere che è come un granello di sabbia di fronte all'eternità.
I pensieri, in genere, sono peggiori di noi stessi.
Io non credo che possa esistere qualche processo di pensiero senza esperienze personali. Tutto il pensiero è meditazioni, pensare in seguito a una cosa.
Le opinioni si riproducono per divisione, i pensieri per germinazione.
Nei nostri pensieri ha molta più parte la volontà che l'intelligenza.
Il pensiero senza azione è una vana illusione, l'azione senza il pensiero uno sforzo vano.
Tutti i miei pensieri sono uno solo. Perché non ho mai smesso di pensare.