Signore, perdona loro, perché sanno quello che fanno!
Scrivere un aforisma, per chi lo sa scrivere, è spesso difficile. Ben più facile è scrivere un aforisma per chi non lo sa fare.
Un tempo il calzolaio aveva un rapporto personale con i suoi stivali; oggi il poeta non ne ha nessuno con le sue esperienze.
Il moralista deve rinascere ogni volta. L'artista, una volta per tutte.
Che tortura, questa vita in società! Capita che uno sia così premuroso da offrirmi del fuoco e allora, per essere premuroso con lui, mi devo tirar fuori di tasca una sigaretta.
Poiché la legge proibisce di tenere in casa animali selvaggi e gli animali domestici non mi danno alcuna soddisfazione, preferisco non sposarmi.
Perdoniamo facilmente agli amici i difetti che non ci toccano.
Perdona i nemici, ma non dimenticare mai i loro nomi.
Il perdono presuppone sempre un po' di oblio, un po' di disprezzo e molta convenienza.
Ognuno dovrebbe perdonare i propri nemici, ma non prima che questi siano impiccati.
Perdonare e dimenticare vuol dire gettar dalla finestra una preziosa esperienza già fatta.
Ciò che devi accettare adesso è il perdono e io ti dico che questo è la cosa più difficile da accettare e che devi farlo continuamente.
La donna non perdona all'uomo d'indovinare ciò che essa pensa da ciò che dice.
La borsa, come Nostro Signore, aiuta chi si aiuta. Ma a differenza del Signore, non perdona coloro che non sanno quello che fanno.
Negli ospedali la missione delle suore, dei medici, degli infermieri, è di collaborare a questa infinita misericordia, aiutando, perdonando, sacrificandosi.
Si perdona facilmente a quelli che non si ha la possanza di castigare.