Il male non cresce mai così bene come quando ha un ideale davanti a sé.
Per me è un enigma come un teologo possa venir lodato perché, dopo lunghi sforzi, è arrivato a non credere più ai dogmi. Mentre mi è sempre sembrato che meritasse un vero riconoscimento, come per un atto di eroismo, l'impresa di coloro che, dopo lunghi sforzi, sono giunti a credere ai dogmi.
L'evoluzione della tecnica è arrivata al punto di renderci inermi di fronte alla tecnica.
L'erotismo dell'uomo è la sessualità della donna.
L'ironia sentimentale è un cane che ulula alla luna pisciando sulle tombe.
Il masochismo è l'incapacità di sentire il piacere se non nella sofferenza o la capacità di trarre piacere dalle sofferenze?
Il filosofo rimane confuso, vedendo quanti mali bisogna tollerare, e quanti talvolta favorire, perché il male non cresca fuor di misura.
Correre qua e là non ti servirà a niente: tu vai in giro con le tue passioni, i tuoi mali ti seguono.
Si ha l'esperienza del male solo vietandoci di compierlo; o, se lo si è compiuto, pentendosene.
C'è solo un modo per rimediare al male, ed è combatterlo con lo stesso male.
Non viene dall'esterno il nostro male: è dentro di noi, sta nelle stesse nostre viscere e, perciò, difficilmente possiamo guarire: ignoriamo di essere malati.
In ciascuno di noi vi è un istinto di male. Anzi, il bene e il male vivono accumunati e indistinti nello spirito nostro.
Ognuno guarda i mali altrui con altro occhio che non guardi i suoi.
Una verità su un male, se detta senza arte, è un male. Deve essere preziosa in sé. Allora concilia col male e col dolore per l'esistenza dei mali.
Se gli uomini potessero operare impunemente, non esiterebbero a compiere il male. Né dopo si sentirebbero peggiori.
Il vero male non è quello che si soffre, ma quello che si fa.