L'amore come la morte, cambia tutto.
La tolleranza è un amore malato d'alterigia.
Il valore di un uomo si misura dalle poche cose che crea non dai molti beni che accumula.
Ho incontrato la contorta schiavitù, che fa muovere per paura la lingua dei deboli, spingendoli a dire cose che non sentono, cosicché essi fingono di meditare sulla loro condizione mentre, in realtà, sono soltanto sacchi vuoti che persino un bambino può ripiegare o appendere.
Ci sono misteri nell'anima che nessuna ipotesi può scoprire, né nessuna intenzione può rivelare.
L'amore non dà nulla se non se stesso,non coglie nulla se non da se stesso.L'amore non possiede,né vorrebbe essere posseduto,poiché l'amore basta all'amore.
La morte è per tutti, la vita per pochi.
Bisogna morire molte volte per imparare a vivere.
Non è vero che la morte ci giunge come un'esperienza in cui siamo tutti novellini, come dice Montaigne. Tutti prima di nascere eravamo morti.
La maledizione del dover morire dovrà diventare una benedizione: che si possa ancora morire quando vivere è insopportabile.
E così morire è bere dal fiume del silenzio, è scalare la cima del monte, significa stare nudi nel vento e sciogliersi al sole.
Il fatto che sono morti non testimonia affatto che siano vissuti.
Entra infine nel Mio Essere chi, al momento del trapasso, quando abbandona il corpo, pensa soltanto a Me. Questo è vero al di là di ogni dubbio.
È l'inerte che prevale nell'universo e non ciò che vive. Morire è passare dalla parte del più forte.
La morte venne nel mondo per il peccato', dice il cristianesimo. Ma la morte è puramente l'espressione cruda, stridente e portata al suo eccesso, di ciò che il mondo è nell'essenza sua. Onde è più conforme al vero dire: il mondo è per il peccato.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.