Non c'è adulto che, esaminato bene, non sia nevrotico.
L'uomo vive nel tempo, nella successione del tempo, e il magico animale nell'attualità, nell'eternità costante.
La notte ci piace perchè, come il ricordo, sopprime i particolari oziosi.
L'amicizia fra un uomo e una donna è sempre un poco erotica, anche se inconsciamente.
La gloria è una forma d'incomprensione; forse la peggiore.
Il libro non è un ente chiuso alla comunicazione: è una relazione, è un asse di innumerevoli relazioni.
La nevrosi è caratterizzata dal porre la realtà psichica al di sopra della realtà effettiva, di reagire a pensieri con la stessa serietà con cui gli uomini normali reagiscono soltanto di fronte alla realtà.
Il nevrotico ha una visione perfetta da un occhio, ma non ricorda quale.
La nevrosi è qualche cosa di circoscritto al pube.
Ci si potrebbe arrischiare a considerare la nevrosi ossessiva come un equivalente patologico della formazione religiosa e a descrivere la nevrosi come una religiosità individuale e la religione come una nevrosi ossessiva universale.
La possibilità di dare un senso ai sintomi nevrotici mediante l'interpretazione analitica è una prova irrefutabile dell'esistenza o, se preferite, della necessità dell'ipotesi dei processi psichici inconsci.
I nevrotici pensano al passato con risentimento, e al futuro con timore; il presente, semplicemente, non esiste.
Il nevrotico anela toccare il fondo, così almeno non avrà più nulla di cui preoccuparsi.
Tutti coloro che desiderano essere più nobili di quanto la loro costituzione non permetta soccombono alla nevrosi; sarebbero stati più sani se fosse stato loro possibile essere peggiori.
La nevrosi moderna è cominciata con le scoperte di Copernico.
La differenza genetica più importante tra le nevrosi e le psicosi: la nevrosi sarebbe l'effetto di un conflitto tra l'Io e il suo Es, mentre la psicosi rappresenterebbe l'analogo esito di un perturbamento simile nei rapporti tra Io e mondo esterno.