L'uomo si ricostruisce una patria sotto qualsiasi lembo di cielo.
L'Io non è cosa o fatto, è soprattutto azione.
La fonte originaria della bellezza è unicamente in Dio ed essa si manifesta nell'animo di coloro che sono entusiasticamente pervasi di lui.
Soltanto ciò che è metafisico e non la dimensione storica rende beato; la seconda arreca soltanto erudizione. Se qualcuno si è realmente unito a Dio ed è entrato in lui, è del tutto indifferente per quale via vi sia giunto.
Libero è solo colui che vuole rendere libero tutto ciò che lo circonda e che effettivamente lo rende libero mediante un certo influsso del quale non sempre si percepisce la causa.
Dal progresso delle scienze dipende in modo diretto il progresso complessivo del genere umano. Chi frena il primo frena anche il secondo.
Se la patria non ha debito né possibilità di nudrire del suo ogni giorno tutti i suoi indigenti, spietata cosa sarebbe inibire a questi di procacciarsi altrove la sussistenza.
La patria è il massimo prolungamento dell'individuo o meglio: il più vasto individuo vivo capace di vivere lungamente, di dirigere, dominare e difendere tutte le parti del suo corpo.
Il mio paese è là dove passano le nuvole più belle.
La patria è dove si vive felici.
Non esiste infatti maggior trionfo di quello che può offrire la patria.
La vera patria è quella in cui incontriamo più persone che ci somigliano.
È bello e dolce morire per la patria.
Esponiamo alla malignità, le più belle ricerche, a misura, che le crediamo opportune, per il felice sviluppo delle grandezze della nostra Patria.
Vogliamo la patria, la patria una e rapidamente. Possiamo cedere su tutto; su questo no. Potete, sapete darcela?
Lasciando con la patria ogni conforto, Ove più l'Appennin la neve agghiaccia, Carco n'andrò di così gravi some, Chiamando morte, e te sola per nome.