Il furto letterario si chiama plagio o cultura.— Italo Tavolato
Il furto letterario si chiama plagio o cultura.
Chiamasi genio il disgraziato che non riesce a diventar filisteo.
Sessualità è relazione vitale di tutto il nostro essere con l'universo. La relazione felice ci rende elastici e forti; la capacità di esprimerla ci rende artisti. Ai moralisti, invece, l'universo sensibile non risponde.
Invidia e vanità sono le radici del benessere sociale.
Diventerò moralista il giorno in cui uno mi dimostrerà di aver pensato durante il coito alla generazione futura.
Il giornalista non è tanto uno che vien pagato per ciò che scrive, quanto uno che vien pagato per ciò che non scrive.
Plagiare. Riprendere concetti o stile da un altro scrittore che non si è mai assolutamente letto.
Le accuse di plagio provengono o dalle sottili e incolori labbra dell'impotenza o dalle bocche grottesche di coloro che, non possedendo niente di proprio, s'illudono di farsi passare per ricchi gridando "al ladro!".
Plagiarsi da soli significa avere stile.
Vuoi plagiare senza essere scoperto? Plagia i capolavori.
Il lettore nutrito di buone letture diventa l'involontario ma impietoso testimone dei plagi di cui si nutrono i nuovi libri. Perciò è guardato con rancore dai giovani scrittori.
Plagio. Coincidenza letteraria composta da una prima messa in dubbio e da una onorevole posterità.
Anche in arte il povero non può prendere niente al ricco; mentre il ricco può prendere tutto al povero.
Il plagio è un atto di omaggio. Chi copia ammira.
Libro pieno di citazioni virgolettate. Il vero scrittore mira invece a rubare senza farsi beccare.