Quando guardo una montagna aspetto sempre che si converta in vulcano.
La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai, il futuro, rende la vita più semplice, ma anche tanto priva di senso.
L'immagine della morte è bastevole ad occupare tutto un intelletto.
Fuori della penna non c'è salvezza.
Il pianto offusca le proprie colpe e permette di accusare, senz'obbiezioni, il destino.
La vita somiglia un poco alla malattia come procede per crisi e lisi ed ha i giornalieri miglioramenti e peggioramenti. A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale.
I monti sono nati per le zuccate che la Terra ha sempre dato contro il Cielo nel tentativo di emularlo.
La rinuncia in montagna è un atto di umiltà, perciò difficile.
Amavo l'aria aperta, la montagna e la natura; la città è diventata il mio terreno di gioco preferito.
A piedi degli alti monti; dai quali il Po scaturisce e si versa per le campagne, viveva un principe giovane e prode, che era la delizia del suo paese. Il cielo gli avea fatto, fin dalla nascita, ogni dono più raro, come se proprio si trattasse d'un gran re.
Vivere in montagna senza avere un rapporto con il Creatore e la creazione è impossibile, mentre abitare in città ci fa condurre un'esistenza allo stesso livello dell'asfalto.
Due voci possenti ha il mondo:la voce del mare e la voce della montagna.
Ci sono tre grandi cose al mondo: gli oceani, le montagne e una persona impegnata.
Le montagne sono talmente elementari nella forma in cui ci appaiono che salirci mi sembra ovvio e naturale. È con il chiedersi il perché che comincia il fallimento.
Un albero sotto i raggi del sole, un sasso segnato dalle intemperie, un animale, una montagna: tutti hanno una vita, una storia, vivono, soffrono, affrontano i pericoli, godono, muoiono. Ma non sappiamo il perchè.
Grandi cose si compiono quando gli uomini e le montagne si incontrano.