Rivoluzionario è chi non accetta il dato naturale e storico e vuole cambiarlo.— Italo Calvino
Rivoluzionario è chi non accetta il dato naturale e storico e vuole cambiarlo.
Le imprese che si basano su di una tenacia interiore devono essere mute e oscure; per poco uno le dichiari o se ne glori, tutto appare fatuo, senza senso o addirittura meschino.
Quell'amore che ha l'uomo cacciatore per ciò che è vivo e non sa esprimerlo altro che puntandovi il fucile.
È l'ora in cui le cose perdono la consistenza d'ombra che le ha accompagnate nella notte e riacquistano poco a poco i colori, ma intanto attraversano come un limbo incerto, appena sfiorate e quasi alonate dalla luce: l'ora in cui meno si è sicuri dell'esistenza del mondo.
Chi ha l'occhio, trova quel che cerca anche ad occhi chiusi.
Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.
Forse una rivoluzione potrà sì determinare l'affrancamento da un dispotismo personale e da un'oppressione avida di guadagno e di potere, ma mai una vera riforma del modo di pensare.
Esiste un'unica rivoluzione possibile ed è quella che si fa da soli, quella che avviene nell'individuo, che si sviluppa in lui con lentezza, con pazienza, con disubbidienza!
Tutte le rivoluzioni moderne hanno avuto per risultato un rafforzamento del potere statale.
La rivoluzione del mondo, passa attraverso la rivoluzione dell'individuo.
La rivoluzione è l'ispirazione frenetica della storia.
Non basta sganasciare la dirigenza politico-economico-social-divertentistica italiana. La rivoluzione deve cominciare in interiore homine. Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha.
Ogni rivoluzione evapora, lasciando dietro solo la melma di una nuova burocrazia.
Le rivoluzioni nascono dalla cima. Sono causate da ciò che vi è di marcio alla cima.
Per fare una frittata bisogna rompere delle uova.
La rivoluzione deve essere permanente.