Non v'ha orgoglio che superi l'orgoglio degli umili.
I benefici non obbligano tanto quanto il modo di porgerli.
Senza di te che sarei io mai?... Per te per te sola, o divina, il cuore dimentica ogni suo affanno, e una dolce malinconia suscitata dalla speranza lo occupa soavemente.
Oh tu sei ancora con me, tu sarai sempre con me; perché la tua morte ebbe affatto la sembianza d'un sublime ridestarsi a vita più alta e serena.
Dove tuona un fatto, siatene certi, ha lampeggiato un'idea.
Gli uomini orgogliosi imparano in vecchiaia a essere saggi.
L'orgoglio è altero, calmo, fiero, tranquillo, irremovibile; la vanità è vile, incerta, irrequieta, vacillante. L'uno ingrandisce l'uomo, l'altra lo gonfia. L'uno è la fonte di mille virtù, l'altra di quasi tutti i vizi e di tutte le insidie.
L'orgoglio dell'umiltà è la quintessenza della superbia.
"Io ho fatto questo" dice la mia memoria. "Io non posso aver fatto questo" dice il mio orgoglio e rimane irremovibile. Alla fine è la memoria a cedere.
Molto più che gli interessi è l'orgoglio che ci divide.
Il male non è che una vanità: abbiamo l'orgoglio del bene e non disperiamo.
Ciò che è dato con orgoglio ed ostentazione dipende più dall'ambizione che dalla generosità.
L'orgoglio è la virtù dell'infelice.
Si ferisce l'amor proprio, non lo si uccide.
Se l'orgoglio richiede che si umilia il nemico, la carità, virtù caratteristica della religione di Cristo, vuole che ci riconciliamo coi nemici.