I cinici sono tutti moralisti, e spietati per giunta.
In tutti i Paesi e in tutti i tempi la fellonia, il tradimento e lo spergiuro allignano. Ma solo in un Paese privo di etica aristocratica e militare come l'Italia potevano essere codificati in una «guida» alla politica di un Principe.
Che importanza ha quale strada si sceglie per giungere al Vero? Quel che conta sapere è che non si arriverà mai a scoprirlo.
La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi.
Il vero cacciatore ama gli animali a cui dà la caccia, forse anche perché li considera complici di questo gioco in cui ritrova la sua origine esistenziale. Non spara, per esempio, sul bersaglio fermo: lo considera sleale.
Viviamo in un secolo di urlatori, in cui anche la crociata contro l'urlo non si può fare che urlando.
Idealista: un cinico nei cambiamenti.
Cinismo è il riuscito tentativo di vedere il mondo come è realmente.
Cinismo: non aspettarsi da alcuno più di quanto noi stessi siamo.
Il cinico è uno che conosce il prezzo di tutto, e il valore di nulla.
Colui che costruisce il proprio personaggio solo con l'ausilio dell'intelligenza, della freddezza o del cinismo, che si accontenta di mimare, come una scimmia, non può essere un attore. Non bucherà mai lo schermo. È indispensabile vivere dall'interno le emozioni che esprimiamo.
Il cinismo è la sola forma sotto la quale le anime volgari rasentano l'onestà.
Non c'è nessuno più puerile del cinico, perché il cinico crede ancora con tutte le sue forze che il mondo abbia un senso e non riesce a rinunciare alle sciocchezze dell'infanzia tanto che assume l'atteggiamento opposto.
Non urlate tanto sul cinismo! Il cinismo non sta nelle parole che descrivono la realtà ma nella realtà stessa.
Salta in piedi, Sancho, è tardi, non vorrai dormire ancora, solo i cinici e i codardi non si svegliano all'aurora: per i primi è indifferenza e disprezzo dei valori e per gli altri è riluttanza nei confronti dei doveri!
Il cinismo è dandyismo intellettuale.