La sessualità rimane per sempre al centro delle preoccupazioni dei cristiani.
L'erezione del pene è percepita in modo così assolutamente straordinario, forte, da diventare analogia di qualsiasi vittoria.
Laddove tutti sono «uguali» (o vengono costretti a sembrare uguali) la passività dei sudditi è assicurata, ma è assicurata anche l'assoluta debolezza della società.
Ho passato una vita a difendere le donne, ma che delusione. Purtroppo debbo constatare che non pensano.
L'Arte e il Pene si ricongiungono, si riconoscono, come unico e solo linguaggio.
I Papi italiani hanno sempre dimostrato di essere dei governanti italiani contro gli italiani.
Le donne sopportano il sesso, considerandolo il prezzo che sono costrette a pagare per avere un uomo, per far parte di quella che chiamano una «relazione», ma potrebbero tranquillamente farne a meno.
Durante la mia carriera artistica ho accettato ogni ruolo che mi veniva offerto perché lo facevo più per amore del sesso che per denaro.
Subito dopo essere vivi, la fatica più grossa è fare del sesso.
Il sesso è la consolazione che si ha quando l'amore non basta.
Il coito si è ridotto, per la stragrande maggioranza degli utenti, a pura rappresentazione mimica, a ripetizione pedissequa e meccanica di positure, gesti, atti, trabalzamenti, in vista dell'evacuazione seminale, unico fine ormai riconoscibile e legalmente esigibile.
L'erotismo sta alla sessualità come il guadagno alla perdita.
È strano come il carattere di una persona si rifletta nell'atto sessuale. Se uno è nervoso, timido, impacciato, pauroso, l'atto sessuale è lo stesso. Se uno è rilassato, l'atto sessuale è gradevole.
Il sesso a novant'anni è come giocare a biliardo con una corda.
E' fascismo anche l'esibizione del sesso.
Stamani in albergo volevo farmi una ciulatina con una cameriera. Ma la ragazza mi ha detto: "Presidente, ma se lo abbiamo fatto un'ora fa...". Vedete che scherzi che fa l'età?