La pittura trasforma lo spazio in tempo, la musica il tempo in spazio.
Scambiandosi i loro pensieri, gli uomini comunicano come nei baci e gli abbracci; chi accoglie un pensiero non riceve qualcosa, ma qualcuno.
Ogni epoca ha il proprio sentimentalismo, il suo modo di esagerare certi strati della sensibilità. Il sentimentalismo d'oggi è egoista e disamorato; amplifica non i sentimenti d'amore ma il sentimento del proprio io.
L'uomo volgare agisce come tutti e non va d'accordo con nessuno.
Gli amici non sono né molti né pochi ma in numero sufficiente.
Faccio una natura morta, ma fare una natura morta mi appare un'attività così stupida che non voglio essere là a fare una natura morta. È un modo per sfuggire alla stupidità di fare quel genere di cosa in modo che la cosa si trasformi in un non dipinto, ma allo stesso tempo sia un dipinto.
La pittura non deve essere esclusivamente visiva o retinica, deve 'interessare' anche la 'materia grigia'.
La pittura è una lunga fatica di imitazione di ciò che si ama.
Imitare con la massima fedeltà l'espressione naturale.
Così il pennello sta alle mie dita come l'archetto al violino, e assolutamente per mio piacere.
La pittura proviene da un luogo dove le parole non si possono esprimere.
Copiare gli altri è necessario, ma copiare se stessi è deplorevole.
La tesi da sviluppare è, qualsiasi sia il nostro temperamento o capacità di fronte alla natura, riprodurre ciò che vediamo, dimenticando tutto quello che c'è stato prima di noi. Il che, penso, permette all'artista di esprimere tutta la sua personalità, grande o piccola.
È più facile per me dipingere che raccontare con le parole e preferirei davvero che la gente guardasse piuttosto che leggere. Non vedo alcun motivo di dipingere una cosa che può essere resa con un altro mezzo.
Se il pittore non disprezza la pittura, paventi di fare una tela che valga più di lui.