La rassegnazione è un suicidio quotidiano.
Gli uomini non vogliono mai distinguere tra la costanza e la fedeltà.
Nelle immersioni sul fondo del piacere rischiamo di prendere più sabbia che perle.
L'odio senza desiderio di vendetta è un seme caduto sul granito.
Ci sono abissi che l'amore non può superare, nonostante la forza delle sue ali.
I buoni matrimoni sono come la crema; basta un nonnulla a farli andare a male.
Ciò che dà alla tragedia il suo particolare slancio verso l'alto è il sorgere della convinzione che il mondo, che la vita non ci possano dare nessuna vera soddisfazione, e che perciò non meritino il nostro attaccamento: in ciò consiste lo spirito tragico, il quale conduce alla rassegnazione.
La partita è persa solo quando smettiamo di provare.
Nessun popolo crede nel suo governo. Tutt'al più, la gente è rassegnata.
Andiamo a conquistare la mia tredicesima sconfitta di fila!
La sofferenza, una volta accettata, perde i suoi spigoli, perché il terrore della stessa sminuisce, e ciò che rimane è generalmente molto più gestibile di quanto immaginavamo.
La rassegnazione, modalità dell'abitudine, permette a certe forze di accrescersi indefinitamente.
Ulrich è alle prese con il suo (e della sua generazione) vuoto di poter essere, con un'apatica rassegnazione.
La mente ignorante non interroga le apparenze per decidere se sono corrette; essa accetta semplicemente il fatto che le cose sono come sembrano.
Mi chiedevo se era quella la rassegnazione, quel vuoto aspettare, contando i giorni come i grani di un rosario, sapendo che non ci appartengono, ma sono giorni che pure dobbiamo vivere perché ci sembrano preferibili al nulla.
La prima grande regola della vita è sopportare con pazienza ciò che ci accade. La seconda è rifiutarsi di sopportare con pazienza. La terza - e la più difficile - essere capaci di distinguere fra le prime due.