Quei bordelli del pensiero che si chiamano giornali.
Gli avari non credono a una vita futura, il presente è tutto per loro.
L'arte è natura concentrata.
Essa è un maschio, è artista, è grande, generosa, devota, casta; ha l'aspetto maschile: ergo, non è donna.
La rassegnazione della vigilia ha sempre preparato quella dell'indomani.
Bisogna vincere le sofferenze morali che finiscono per rovinar la salute, perché l'amore non resiste a lungo al letto d'un malato.
Quando un giornalista gli chiese cosa pensava della civilizzazione dell'occidente: penso sia una buona idea.
Un giornalista non si deve schierare. I giornalisti hanno una funzione simile a quella dei giudici.
Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto.
Il giornalismo porta a tutto. A condizione di uscirne.
Ritengo una delle fortune della mia vita il fatto di non scrivere per i giornali. Le mie tasche ci rimettono, ma la mia coscienza è soddisfatta.
La moltitudine dei giornali è la letteratura e la tirannide degl'ignoranti.
Il giornale è la conserva del giorno.
Osservateli questi uomini in eccesso. Son sempre malati, vomitano la loro bile e chiamano quel vomito: giornale.
Come cominciano le guerre? I diplomatici raccontano bugie ai giornalisti, poi credono a quello che leggono.
Finalmente sono un giornalista anch'io: ora i fatti non mi interessano più.