Preferiamo le persone e le cose che incontriamo mentre stiamo mangiando.
Preferiamo quello che già conosciamo. Se dobbiamo scegliere tra due cose, una delle quali ci è già nota, tendiamo sempre a essere più attratti da quella che già conosciamo.
Da sempre la cultura è anche quella che si mangia, come sapeva Mario Soldati quando, nel suo viaggio sul Po, spiegava che per capire la cultura di un luogo bisogna per prima cosa andare al mercato.
I cattivi vivono per mangiare e bere, mentre i buoni mangiano e bevono per vivere.
Mangiare mette insieme anima e corpo, bere li separa.
La sanità degli uomini sta più nell'aggiustato uso della cucina, che nelle scatole e negli alberelli speziali.
Tutti gli uomini si nutrono, ma pochi sanno distinguere i sapori.
Chi non lavora eppure mangia è un ladro.
Riconosci nell'animale un soggetto, non un oggetto? Allora sii coerente, non domandare 'che cosa' mangiamo oggi, ma 'chi' mangiamo oggi.
La cosa più rivoltante che si possa mai immaginare è l'interno della bocca di un cammello. Quella e il vedere una ragazza che mangia un polipo o un calamaro.
Mangiare è l'atto più politico, militante e civile che possiamo compiere ed è il primo passo per riconquistare il senso critico affinché il nostro ruolo di consumatore si trasformi attivamente in consum-attore.
La carne, il sangue, i visceri, tutto ciò che ha palpitato e vissuto gli ripugnavano... poiché alla bestia duole morire come all'uomo, e gli dispiaceva digerire agonie.