In materia d'elemosina, bisogna chiudere la bocca e aprire il cuore.
La vera nobiltà si acquista vivendo, e non nascendo.
Attraverso l'esercizio della solitudine si coltiva la dignità: trovo estremamente più dignitoso chiedere l'elemosina che fare le scarpe al proprio collega in ufficio.
L'elemosina deprava sia colui che dà, e sia colui che prende, e per di più non raggiunge lo scopo, perché non fa che rafforzare la mendicità.
Quanto al mendicare, è più prudente mendicare che prendere, ma è più bello prendere che mendicare.
Se non riuscite a lavorare con amore, ma solo con disgusto, è meglio per voi lasciarlo e, seduti alla porta del tempio, accettare l'elemosina di chi lavora con gioia.
Girava dappertutto chiedendo elemosine con un piattino di rame. Gli davano molto, ma lui voleva di più, perché il tempio doveva avere una campana i cui rintocchi riportassero a galla gli annegati. Supplicò tanto, che perse la voce. Le sue ossa cominciarono a riempirsi di rumori.
Fare l'elemosina a un uomo nudo, per strada, non esaurisce gli obblighi dello Stato, che deve assicurare a tutti i cittadini la sopravvivenza, il nutrimento, un vestire dignitoso, e un modo di vivere che non contrasti con la sua salute.
La elemosina anziché sollevare dalle necessità gli accattoni li mantiene nel vizio.
Diffido dell'elemosina che non costa e che non duole.
Il napoletano non chiede l'elemosina, ve la suggerisce.
L'elemosina non basta, ci vuole l'amore.