Una certa continuità nella disperazione può generare la gioia.
Ad ogni angolo di strada il sentimento dell'assurdità potrebbe colpire un uomo in faccia.
Perché bisognerebbe amare raramente per amare molto?
Non si tratta più di spiegare e risolvere, ma di provare e descrivere: tutto comincia dall'indifferenza perspicace.
I martiri non costruiscono le chiese, bensì sono punti di riferimento oppure un alibi. Sono seguiti da preti e da bigotti.
L'assurdo è un peccato senza Dio.
La nostra natura ci spinge a reggerci in piedi da soli, per quanto disperati possiamo essere.
Posso sopportare la mia disperazione, ma non la speranza altrui.
La disperazione è una forma di pigrizia.
Veder la fine d'un periodo di ansie e paure! Veder finalmente allontanarsi la nube che incombeva su di noi, che c'intisichiva il cuore, che faceva della felicità null'altro che un ricordo! Questa è una gioia che, senz'altro, avrà sperimentato qualche volta ogni creatura vivente.
È sperare la cosa più difficile. La cosa più facile è disperare, ed è la grande tentazione.
In grandi pericoli e quando la speranza è scarsa, i consigli più audaci sono i più sicuri.
Il brigantaggio non è che un accesso di eroica follia, e di ferocia disperata: un desiderio di morte e distruzione, senza speranza di vittoria.
Tu lo sai bene: non ti riesce qualcosa, sei stanco e non ce la fa più. E d'un tratto incontri nella folla lo sguardo di qualcuno - uno sguardo umano - ed è come se ti fossi accostato a un divino nascosto. E tutto diventa improvvisamente più semplice.
Ma che paese è questo dove gli unici che hanno ancora qualche speranza vengono chiamati disperati?
La preghiera è guarigione: non dal male, ma dalla disperazione.