La vita è l'infanzia della nostra immortalità.
Non c'è nulla di più terribile dell'immaginazione senza gusto.
Essere compiaciuti dei propri limiti è una condizione disperata.
Solo i deboli hanno paura di essere influenzati.
Gli stolti e i savi sono ugualmente innocui. Solo i mezzi matti e i mezzi savi sono veramente pericolosi.
Amici miei, tutta la teoria è grigia e l'albero dorato della vita è verde.
L'infanzia è senza pietà.
La religione è l'infanzia dell'umanità.
Non esistono forse giorni della nostra infanzia che abbiamo vissuto intensamente quanto quelli che crediamo di aver perduto senza viverli, i giorni trascorsi in compagnia di un libro molto caro.
L'infanzia è il luogo più protetto.
Nella filosofia odierna troviamo tutte le teorie infantili, ma senza quell'aspetto accattivante proprio di ciò che è infantile.
Mia soltanto è la patria della mia anima. Vi posso entrare senza passaporto e mi sento a casa; essa vede la mia tristezza e la mia solitudine ma non vi sono case: furono distrutte durante la mia infanzia, i loro inquilini volano ora nell'aria in cerca di una casa, vivono nella mia anima.
Gli scrittori nascono con un'eccezionale capacità di osservazione: sin dall'infanzia guardano le persone, le cose, la vita, se stessi in modo incessante e piano piano cominciano a interpretare certi tratti, certe scene che non sono ovvie, che non sono in superficie.
Ripensando alla mia infanzia, mi chiedo come sono riuscito a sopravvivere. Naturalmente è stata un'infanzia infelice, sennò non ci sarebbe gusto.
La nostra conoscenza, se paragonata alla realtà, è primitiva e infantile. Eppure è il bene più grande di cui disponiamo.
La gente che ha nostalgia della propria infanzia non ha mai vissuto un'infanzia.