Le due ali per volare in Paradiso sono la purità e l'umiltà.
Quando si deve trattare con il prossimo prendere dalla parte dove non c'è amor proprio.
Umiltà vuol dire verità.
La malignità non entra in Paradiso.
In montagna chi sta diritto e si espone al vento cade; chi invece si stende a terra non viene travolto. Nelle tentazioni ci vuole umiltà.
Semplicità è anche stare a sentire per mezz'ora una persona che dia i nervi.
Ma voi siate astuti come i serpenti e puri come le colombe.
Solo con la purezza e le buone azioni dei seguaci si può difendere la religione, mai con la contrapposizione a chi professa altre fedi.
L'uomo fluisce subito a Dio quando il canale della purezza è aperto. Alternativamente, la nostra purezza c'ispira e la nostra impurità ci abbatte.
Solo l'infinita purezza non viene contaminata dal contatto col male. Ogni purezza limitata finisce con il corrompersi, se il contatto è prolungato.
Chi opera per sincera coscienza può errare, ma è puro innanzi a Dio.
Non è il contatto con la donna che corrompe l'uomo, è anzi l'uomo, spesso, troppo impuro per toccarla.
La purezza è l'alibi dei peccatori mancati.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Autopurificazione, deve significare purificazione in ogni condizione di vita. Ed essendo la purificazione altamente contagiosa, la purificazione di sé stessi condurrà necessariamente alla purificazione di ciò che si avrà intorno.
Custodiscono la purezza le fatiche corporali e la meditazione della Scrittura.