Il giornalista può essere fazioso, il giornalismo non lo è mai.
Il pragmatismo ti aiuta a raggiungere gli scopi che ti sei prefisso, però te li fa anche dimenticare.
Il "popolo" per il leader populista è quello che dice sì alle sue idee. Gli altri sono i nemici del popolo.
Accusare i talk-show di dare una brutta immagine della politica è come prendersela con il termometro quando si ha la febbre.
La politica dovrebbe rappresentare interessi, interpretare ideali, colmare il divario tra sogno e realtà; non può essere fatta solo sottolineando i vizi del proprio avversario.
Il giornalista non è tanto uno che vien pagato per ciò che scrive, quanto uno che vien pagato per ciò che non scrive.
La stampa deve diventare sempre più storiografia dell'istante.
Per raccogliere i beni inestimabili prodotti dalla libertà di stampa, bisogna sapersi sottomettere ai mali inevitabili che essa fa nascere.
Una grande quantità di cattivi scrittori vive unicamente della stoltezza del pubblico, che non vuol leggere se non ciò che è stato stampato il giorno stesso: sono i giornalisti.
I giornali arrivavano con tale ritardo che, più che notizie, portavano storia.
Giornalista è un tale che ha mancato il proprio mestiere.
Il giornalismo non è un mestiere che consenta un tempo libero autonomo rispetto alla professione. Richiede una vocazione. Se quella vocazione non c'è, è inutile provarci.
I giornali stimolano sempre la curiosità: nessuno ne posa uno senza un sentimento di delusione.
Se le parole sono state inventate per nascondere il pensiero, allora i giornali sono un grande miglioramento di una pessima invenzione.
Il giornalista deve avere sempre e comunque una religione del dubbio.