In definitiva, ha qualcosa da insegnare solo chi non vuole insegnare.
Le parole usate per servire a qualcosa si vendicano.
Un linguaggio è un gigantesco "come se".
Essere ebreo è una condizione umana estrema, terribile e insondabile; una condizione di cui l'occidentale ha paura; e noi sappiamo che si ha paura di ciò che sta dentro di noi, non di ciò che ci è estraneo.
La letteratura, ben lungi dall'esprimere la totalità dell'uomo, non è espressione, ma provocazione.
È inganno tipografico, che una pagina abbia lo spessore esiguo su cui, su entrambi i lati, si stampa. Direi che la pagina comincia da quella esigua superficie in bianco e nero, ma si dilunga e si dilata e sprofonda, ed anche emerge e fa bitorzoli, e cola fuori dai margini.
Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.
Durante i miei nove anni alle scuole superiori non sono riuscito a insegnare niente ai miei professori.
Chi può, fa. Chi non può, insegna.
Si insegna alle persone come ricordare, non s'insegna mai loro come svilupparsi.
Non puoi insegnare niente a un uomo; puoi solo aiutarlo a scoprirlo in sé stesso.
Quando insegnano, gli uomini imparano.
Nel mondo quelli che sono disposti a impartire un insegnamento sono molti; quelli che lo ricevono con piacere, invece, pochi; ancora meno, poi, quelli che adottano l'insegnamento ricevuto.
Non puoi insegnare al granchio a camminare diritto.
Lunga è la via dell'insegnare per mezzo della storia, breve ed efficace per mezzo dell'esempio.
Insegnare è ricordare agli altri che sanno bene quanto te.