I fanciulli trovano tutto nel nulla, gli uomini trovano il nulla nel tutto.
L'origine del sentimento profondo dell'infelicità, ossia lo sviluppo di quella che si chiama sensibilità, ordinariamente procede dalla mancanza o perdita delle grandi e vive illusioni.
Tutto è vanità fuorché le belle illusioni e le dilettevoli frivolezze.
Chi ha perduto la speranza d'esser felice, non può pensare alla felicità degli altri, perché l'uomo non può cercarla che per rispetto alla propria. Non può dunque neppure interessarsi dell'altrui infelicità.
La noia non è se non di quelli in cui lo spirito è qualche cosa.
Chi pratica poco cogli uomini, difficilmente è misantropo. I veri misantropi non si trovano nella solitudine, si trovano nel mondo. Lodan quella, sì bene; ma vivono in questo. E se un che sia tale si ritira dal mondo, perde la misantropia nella solitudine.
Tutto. Fino all'ultimo centesimo, tranne quello che si è tenuto per sé.
I vecchi credono in tutto; le persone di mezza età sospettano di tutto; i giovani sanno tutto.
Un tutto è ciò che ha principio e mezzo e fine.
Il tutto è maggiore della somma delle sue parti.
Tutto è noi, e noi siamo tutto; ma questo a cosa serve, se tutto è niente?
Si può fare a meno di tutto. Purché non si debba.