Meno credo in Dio più ne parlo.— Gesualdo Bufalino
Meno credo in Dio più ne parlo.
Morire. Non fosse che per fregare l'insonnia.
Costa una fatica del diavolo conservare una buona opinione di sé. Chissà come fanno, certuni.
È più facile amare gli altri che sé. Degli altri si conosce il meglio.
Certi amori sono soltanto sudori che si somigliano.
Morire sarà, su per giù, come quando su una vetrina una saracinesca s'abbassa.
Diciamolo chiaramente: Dio ha un grosso problema di ego. Perché dobbiamo sempre adorarlo?
Se a qualcuno venisse in mente di affermare che Dio può in qualche modo agire contro le leggi di natura, costui sarebbe al tempo stesso costretto ad ammettere che Dio può agire contro la sua stessa natura: cosa di cui nulla è più assurdo.
Ingiusto è chi non prova desiderio di te, chi non capisce e non si sente in dovere di amarti, per quanto è nelle possibilità di una creatura razionale.
Dio è sottile, ma non dispettoso.
Dio non è che una parola inventata per spiegare il mondo.
Dio, dice San Paolo, lo vediamo qui in terra per riflesso e per enigma. Dopo morte lo vedremo sul serio.
Bellezza, ogni incanto della vita passa... Resta solo eterno l'amore, causa di ogni opera buona, che sopravvive a noi, che è speranza e religione, perché l'amore è Dio.
Avrai un solo dio. E chi vorrebbe sobbarcarsi le spese di un altro?
Dio è un'ipotesi, e, come tale, ha bisogno di prova: l'onere della prova poggia sul teista.
Già solo per questo non ci può essere un creatore, perché la sua tristezza per il destino del suo creato sarebbe impensabile e insopportabile.