Due infelicità, sommate, possono fare una felicità.
Vivere in incognito, come Dio.
Pregare, altro vizio solitario.
E dire che io e lui abbiamo un nemico in comune: lui me, io pure.
Dio è migliore di quel che sembra, la Creazione non gli rende giustizia.
Occorrerebbe per la penna, come si usa per ogni micidiale strumento, il porto d'armi.
Credersi felice vuol dire esserlo; credersi infelice significa press'a poco diventarlo.
Quando la felicità ci viene incontro non è mai vestita come pensavamo. Spesso ci passa accanto silenziosa e non sappiamo riconoscerla.
Gli uomini, in fondo, sanno benissimo che la felicità è un sogno, e nulladimeno, non paghi di serbarne in cuore il desiderio e la speranza, vogliono di questa speranza e di questo desiderio fare un diritto.
Amare è mettere la nostra felicità nella felicità di un altro.
L'odio può essere il massimo impedimento allo sviluppo della compassione e della felicità.
La scienza della felicità è tutta negativa: respingiamo ciò che la distrugge, ma non cerchiamo ciò che la costituisce.
Quando si ha qualcosa da perdere si comincia ad avere paura. Ma la felicità è questo: conoscere il valore di quello che possediamo.
La nostra invidia dura sempre più a lungo della felicità di quelli che invidiamo.
Mie care, la felicità consiste nel poter dire la verità senza far mai soffrire nessuno.
La vera felicità non dipende dal numero degli amici, ma da quali ci si è scelti e da quanto essi valgono.