Le notizie, se non riportate, non hanno alcun impatto. Tanto valeva che non fossero mai accadute.
Leggo avidamente il giornale. È la mia unica fonte di continua finzione letteraria.
Sento un profondo disgusto per i giornali, ossia per l'effimero, per il transitorio, per quanto oggi è importante ma domani non lo sarà più.
Il giornalista è colui che distingue il vero dal falso... e pubblica il falso.
Il giornalista è stimolato dalla scadenza. Scrive peggio se ha tempo.
Il giornalismo di qualità non è merce a buon mercato e un'industria che cede gratis i suoi contenuti non fa altro che cannibalizzare la propria capacità di produrre buon giornalismo.
I giornali seguono tutti politiche diverse, per cui, come è ovvio, devono dare notizie diverse.
Giornalisti. Chi si salverà da questi cuochi della realtà?
Forse per questo tanti giornalisti diventano arroganti e presuntuosi da vecchi: per le umiliazioni che hanno dovuto ingoiare all'inizio del mestiere.
Per quel che riguarda il giornalismo moderno, non è affare mio difenderlo. Giustifica la sua esistenza attraverso il principio darwiniano della sopravvivenza del più volgare. Io ho soltanto a che fare con la letteratura.
Una stampa cinica e mercenaria, prima o poi, creerà un pubblico ignobile.