Un buon giornale è una nazione che parla a se stessa.
Senza alienazione non potrebbe esserci la politica.
Arriva un momento in cui realizzi che non ti sei semplicemente specializzato in qualcosa: qualcosa si è specializzato in te.
Non si può afferrare lo spirito di un bambino rincorrendolo; ci si deve parare innanzi e amarlo per quello che presto darà in cambio.
Senza alienazione, non ci può essere politica.
Non farti sedurre dal pensiero che ciò che non produce profitto sia senza valore.
Non invento i miei libri: saccheggio storie dai giornali o ascolto con orecchio attento le vicende degli amici. Da questi spunti poi i miei personaggi emergono da soli, con naturalezza.
Bisogna imparare a stare da soli: senza telefonino, senza computer, senza musica, senza televisione, senza messaggini, senza giornali e riviste, almeno per un'ora o qualche ora al giorno. Imparare a pensare, da soli.
Questo coso si chiama "giornale". Stronzate, per il novanta per cento. Però è divertente. Per questo lo leggo, perché mi diverte. Tu non me lo lasci leggere. Quindi adesso divertimi con le tue stronzate, forza, raccontami una storia!
Se i giornali sono utili ad abbattere i tiranni ciò è solo dovuto all'intenzione di instaurare un proprio regime tirannico.
Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto.
I giornali hanno con la vita all'incirca lo stesso rapporto che hanno le cartomanti con la metafisica.
Nel giornale si trova tutto. Basta leggerlo con sufficiente odio.
Quello è intelligente come un giornale. Sa tutto. Ciò che sa cambia ogni giorno.
Ci sono due specie di giornalisti: quelli che si interessano a ciò che interessa il pubblico; e quelli che interessano il pubblico a ciò che gli interessa, e questi sono i grandi.
Se il giornalista è cieco vede solo le ombre. Se il giornalista non è cieco vedrà anche le luci.