Il passato è come una tomba che non rende più i suoi morti.
Gli uomini d'intelletto, educato al culto della Bellezza, conservano sempre, anche nelle peggiori depravazioni, una specie di ordine.
Il rimpianto è il vano pascolo di uno spirito disoccupato. Bisogna soprattutto evitare il rimpianto occupando sempre lo spirito con nuove sensazioni e con nuove immaginazioni.
Laudata sii per la tua pura morte, o Sera, e per l'attesa che in te fa palpitare le prime stelle!
Non so che darei per averti qui tra le mie braccia... Fuori il sole abbaglia; si sente il rumore del mare; in un vaso i gigli mandano un profumo acutissimo spirando; le cortine dei balconi ondeggiano come vele in un naviglio. Io ti chiamo, ti chiamo, ti chiamo.
L'istinto di ferocia bestiale si celava in fondo alla sua sensualità possente.
I dogmi di un passato tranquillo sono inadeguati al presente tempestoso. La situazione è irta di difficoltà, e noi dobbiamo essere all'altezza della situazione. Poiché il nostro caso è nuovo, dobbiamo pensare in modo nuovo e agire in modo nuovo. Dobbiamo emanciparci.
L'avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene, il presente ci sfugge.
Il passato non sta mai fermo un attimo: è mobile come una bandiera in una giornata di vento. Visto con gli occhi del presente, tende continuamente a modificarsi, fino a diventare quello che Sant'Agostino definiva «il presente del passato».
Non possiamo attaccarci al passato senza attaccarci ai nostri delitti.
Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo.
Ricordati chi sei, ricordati da dove vieni, ricorda il tuo passato senza subirlo mai.
Il silenzio fa sì che le immagini del passato non suscitino desideri ma tristezza, una enorme sconsolata malinconia.
Il presente è il limite indivisibile che separa il passato dall'avvenire.
Il passato è un segnale di direzione, non un palo dove appoggiarsi.
Il presente non contiene altro che il passato; così, ciò che si scopre nell'effetto si trovava già nella causa.