Insegnare è la base per imparare.
L'ape trae il miele dai fiori senza sciuparli, lasciandoli intatti e freschi come li ha trovati. La vera devozione fa ancora meglio, perché non solo non reca pregiudizio ad alcun tipo di vocazione o di occupazione, ma al contrario vi aggiunge bellezza e prestigio.
Quando si è nell'agitazione è necessario non fare né dire alcuna cosa, se non rimanere fermi e risoluti nella decisione di non seguire le nostre passioni, qualsiasi motivo avessimo per farlo.
Bisogna avere un cuore capace di pazientare; i grandi disegni si realizzano solo con molta pazienza e con molto tempo.
Il male è già mezzo guarito quando se n'è scoperta la causa.
Viva Gesù, al quale, con il Padre e lo Spirito Santo sia onore e gloria, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen!
Ci sono uomini colti persino tra i professori.
Povero quel maestro che non sa essere maestro se non fra le pareti della scuola.
Ottimo è quel maestro che, poco insegnando, fa nascere nell'alunno una voglia grande d'imparare.
E pronuncia sempre con riverenza questo nome - maestro - che dopo quello di padre, è il più nobile, il più dolce nome che possa dare un uomo a un altro uomo.
Conviene all'umanità di un maestro, mettere i propri discepoli in guardia contro se stesso.
Chi è fondamentalmente un maestro prende sul serio ogni cosa soltanto in relazione ai suoi scolari - perfino se stesso.
Pronuncia sempre con riverenza questo nome maestro, che dopo quello di padre, è il più nobile, il più dolce nome che possa dare un uomo a un altro uomo.
La maestria è raggiunta quando, nell'esecuzione, non si sbaglia, né si indugia.
L'insegnamento effettivamente è come un cibo, il cui possessore è colui che lo distribuisce.
Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro.