Si può far finta di filosofare, ma non si può far finta di vivere.
Chi appartiene alla disperazione non può appartenere a nessuno.
Ridere di sé è facile, ridere del mondo un po' meno. Ridere, ridere solamente, impossibile.
Bisogna ridere della propria tristezza come ridono gli dèi.
Bisogna vivere con semplicità e pensare con grandezza.
È già qualcosa aver vissuto, pensato e disputato con se stessi, quand'anche nessuno ne venisse mai a conoscenza.
Vivere significa sempre tendere in avanti, verso l'alto, verso la perfezione, e raggiungerla.
Forse è questo il peccato originale, essere incapaci di amare e di essere felici, di vivere a fondo il tempo, l'istante, senza smania di bruciarlo, di farlo finire presto.
Viviamo in un mondo di cose e il nostro unico legame con loro è che sappiamo come manipolarle o consumarle.
Non vivere con la paura di morire, ma muori con la gioia di aver vissuto.
Si vive una sola volta e quest'unica volta si vive nel provvisorio, nella vana attesa del giorno in cui dovrebbe cominciare la vera vita. Così passa l'esistenza.
Si vive sempre troppo.
Non dobbiamo cercare di vivere a lungo, ma di vivere abbastanza; vivere a lungo dipende dal destino, dalla nostra anima vivere quanto basta.
Per noi che viviamo per piacere (agli altri), deve piacere vivere.