Tutto ciò che l'aforista può fare è stabilire le assi di riferimento.
Non si dà nessuna unione a livello intellettuale, quando pensiamo, divergiamo, esploriamo, ci allontaniamo. Quando sentiamo, ci uniamo.
Nessun uomo ha mai saputo abbastanza delle parole. I più grandi maestri sono stati contenti di usarne alcune in modo giusto.
L'arte non chiede mai a nessuno di fare nulla, di pensare nulla, di essere nulla. Esiste come esiste l'albero, si può ammirare, ci si può sedere alla sua ombra, si possono coglierne banane, si può tagliarne legna da ardere, si può fare assolutamente tutto quel che si vuole.
Non vi è intelligenza senza emozione. Ci può essere emozione senza molta intelligenza, ma è cosa che non ci riguarda.
La vostra mente e voi stesse siete il nostro mar dei Sargassi.
Gli scrittori di aforismi sono come i paesi sottosviluppati: vendono le loro materie per poco.
L'aforista è un solitario e un malpensante per definizione, un censore implacabile dei vizi del mondo.
Gli scrittori di aforismi si sforzano quasi sempre di stupire con continui guizzi di fantasia e motti di spirito. Vogliono far sorridere il lettore, come i commediografi di scarse qualità inseriscono nei dialoghi qualche battuta comica per suscitare l'applauso e rompere finalmente la noia.
L'aforisma obbliga lo scrittore a non rimanere legato all'immediatezza e ai fatti del presente per elevare le proprie riflessioni a una duratura profondità, con in più una robusta forma espressiva. Solo ciò che resiste nel tempo assume una validità di pensiero.
La maggior parte degli aforisti è conservatrice, nel senso che non crede attuabile alcun cambiamento sostanziale: l'uomo è quello che è, povera cosa, in eterno.
Lo scrittore di aforismi ricerca; contrariamente a quanto si crede, è raro che egli esprima certezze assolute; piuttosto egli racconta i risultati di un'esperienza, che come tale è limitata, anche se provata.
Leggendo i grandi autori di aforismi si ha l'impressione che si conoscano tutti bene fra loro.
Lo scrittore di aforismi esprime in primo luogo la morale della verità, aggrappata alle cose e alle persone. Egli non è uno scrittore di fantasia, ma di realtà. Il suo obiettivo è descrivere le cose, non inventarle. Questo lo rende subito ostico, scomodo.
È dovere dell'aforista non appartenere alle bande d'affori o d'affari.