Lo schiavo è quello che aspetta qualcuno a liberarlo.
La grande letteratura è semplicemente linguaggio carico di significato al più alto grado possibile.
È difficile scrivere un paradiso quando tutte le indicazioni superficiali indicano che si dovrebbe scrivere un'apocalisse. Risulta ovvio trovare abitanti per l'inferno o per il purgatorio.
Il genio è la capacità di vedere dieci cose dove l'uomo comune ne vede una o dove l'uomo di talento ne vede due o tre.
Ci s'inaridisce per mancanza di curiosità.
Non usate alcuna parola superflua, alcun aggettivo che non riveli qualcosa.
La libertà non è che una possibilità di essere migliori, mentre la schiavitù è certezza di essere peggiori.
Dello schiavo, che è uno strumento vivente, bisogna aver cura nella misura in cui è buono al lavoro.
La vera schiavitù è la condanna all'astensione.
I peggiori sostenitori della schiavitù sono coloro che trattano bene gli schiavi.
Togliere le catene agli schiavi è facile, ma liberarli è difficile.
Un capo, una persona, significano un padrone e milioni di schiavi.
Lo schiavo non è chi ha la catena al piede, ma chi non riesce più a immaginare una vita in libertà.
Quello che tu chiami schiavo pensa che è nato come te, gode dello stesso cielo, respira la stessa aria, vive e muore, come viviamo e moriamo noi. Puoi vederlo libero cittadino ed egli può vederti schiavo.
Rifiutando il concetto di schiavitù umana si arriva, per onestà intellettuale, ad ammettere anche l'ingiustizia della schiavitù nei riguardi degli animali.
Ogni schiavo reca nella sua mano il potere di sopprimere la sua cattività.