Il pensiero s'impernia sulla definizione delle parole.
La tradizione è una bellezza da conservare, non un mazzo di catene per legarci.
Per genio intendo una inevitabile sveltezza e dirittura in un dato campo. La trouvaille. La schietta semplicità nel cogliere i mezzi efficaci.
Un sano tirocinio poetico non consiste in altro che nell'imparare ad essere scontenti.
Certi libri costituiscono un tesoro, un fondamento; letti una volta, vi serviranno per il resto della vita.
Ogni epoca abbonda dei propri doni, eppure solo alcune epoche li tramutano in sostanza durevole.
Come mi ha insegnato Eduardo in tanti anni, per farci capire al Nord bisogna parlare un napoletano, chiamiamolo piccolo-borghese, cioè parlare in italiano con l'accento napoletano, però lasciando alcune battute napoletane perché piacciono molto.
La parola è un'ala del silenzio.
Parlare senza pensare è come sparare senza mirare.
Scrivere è un modo di parlare senza essere interrotto.
Tu puoi sembrare un idiota e parlare come un idiota, ma non devi stupirti: sei realmente un idiota.
Io credo più nelle cose che nelle parole.
Chi ha troppe parole non può che essere solo.
La parola spesso è più importante di chi la pronuncia.
Vi è solo una cosa peggiore al mondo del far parlare di sé. E' il non far parlare di sé.
Se si elimina il vedersi, il parlarsi e lo stare insieme, si dissolve la passione amorosa.