La Fame è la compagnia dell'uomo inoperoso.
Stolti sono coloro che non sanno che la metà spesso vale più del tutto.
La giusta scelta del momento è in tutte le cose il fattore più importante.
Il poco è poco, ma se aggiungi il poco al poco e lo fai di frequente, presto il poco diventerà molto.
La fame è la compagna dell'uomo inoperoso.
In tutto il migliore è colui che prende da sé le decisioni, ma buono è anche colui che ubbidisce a chi dà buoni consigli.
Bisogna riconoscere che non ci può essere speranza di appagamento permanente dei sensi. Nel migliore dei casi, la felicità che si deriva da un buon pasto può durare soltanto finché non si è affamati di nuovo.
Non mangiare abbastanza non è necessariamente la strada per la santità. Quante visioni dell'eternità sono nate dal basso livello di zuccheri nel sangue?
Non si dovrebbe ritornare al cibo altro che quando lo stomaco chiama con insistenza soccorso.
Senza fame l'essere umano è solo una parvenza di se stesso e di conseguenza si annoia e comincia a filosofeggiare.
Il divismo è finito negli Anni Cinquanta e nacque dopo la guerra perché c'era la fame e la gente voleva sognare un mondo che non era la realtà. C'era un'ingenuità diversa da oggi.
Mangiavo come se non avessi mai più dovuto rivedere del cibo.
Quando l'uomo non ha più freddo, fame e paura, è scontento.
Non è che non ci sia il rock in Italia, ci sono anche tantissimi gruppi, ma la maggior parte fa la fame perché non riesce ad emergere.
Sono come il figlio d'una povera affamata, che piange perché vuol mangiare, spinto dall'intensità della fame, incurante delle condizioni disperate della sua povera e pietosa madre, sconfitta dalla vita.
L'immaginazione può creare la fame e la sete, produrre secrezioni anormali e causare malattie.