La domanda fondamentale è infatti: qual è lo scopo della vita? Diventare più umani o produrre di più?— Erich Fromm
La domanda fondamentale è infatti: qual è lo scopo della vita? Diventare più umani o produrre di più?
L'uomo muore sempre prima di essere completamente nato.
Rinunciare alla spontaneità e all'individualità significa soffocare la vita.
Si può dire che la maggior parte degli uomini diventano come la società desidera che essi siano per avere successo. La società fabbrica tipi umani così come fabbrica tipi di scarpe o di vestiti o di automobili: merci di cui esiste una domanda.
Il compito principale nella vita di ognuno è dare alla luce se stesso.
I consumatori moderni possono etichettare sé stessi con questa formula: io sono ciò che ho e ciò che consumo.
La chiarezza del significato della vita percepita su un letto di ospedale svanisce quando ritornano i molti obblighi quotidiani e ricominciano a dominare la vita.
La necessità di dare un senso alla nostra vita, ancor più se non credenti, diventa un imperativo sempre più urgente nel complesso tempo in cui viviamo.
Si può seguire coerentemente uno scopo per tutta una vita, se quello si sposta di continuo.
Forse la coscienza, il senso della vita sta in mezzo a mille notti o forse più.
Lo scopo della vita è di vivere in accordo con la natura.
Pregare è pensare al senso della vita.
Ma chi scorge nel godimento il senso e lo scopo della vita, sottopone sempre la sua vita a una condizione che, o sta al di fuori dell'individuo, o è nell'individuo ma in modo da non essere posta per opera dell'individuo stesso.
Cercare di dare un senso alla nostra esistenza può esasperare il nostro animo, ma una vita priva di questo significato rappresenta la tortura del desiderio e dell'inquietudine.
Lo scopo della vita è l'autosviluppo. Sviluppare pienamente la nostra individualità, ecco la missione che ciascuno di noi deve compiere.
Chiedo l'assurdo: che la vita abbia un senso.