Nessuno s'accorga che tu sei vissuto.
È non solo più bello ma anche più piacevole fare il bene anziché riceverlo.
Il saggio che si è adattato alle necessità sa meglio spartire con gli altri che prendere tutto per se; nell'autosufficienza ha trovato un tesoro così grande.
La sorte ha poca importanza per il saggio, perché la ragione amministra le cose più importanti per tutto il tempo dell'esistenza.
Dobbiamo allo stesso tempo ridere, filosofare, amministrare la nostra casa, usare di quant'altro è a nostra disposizione e non cessare mai di proclamare le parole della retta filosofia.
La medesima persuasione che ci incoraggiò a credere che nessun male è eterno o lungamente duraturo ci fa anche ritenere che la sicurezza più grande che si attui nelle cose finite è quella dell'amicizia.
Non v'è amore per la vita senza disperazione di vivere.
Certe persone vivono in lotta con altre, con sé stesse, con la vita. Allora si inventano opere teatrali immaginarie e adattano il copione alle proprie frustrazioni.
Non ho scelto io di nascere quindi lasciatemi vivere come mi pare.
Chi vive sempre nel calore e nella pienezza del cuore e per così dire nell'aria estiva dell'anima, non può immaginarsi il misterioso rapimento che afferra le nature più invernali, che vengono eccezionalmente toccate dai raggi dell'amore e dal tiepido soffio di un solatio giorno di febbraio.
Si vive sempre troppo.
Le soluzioni immaginarie sono il vivere e il cessare di vivere. L'esistenza è altrove.
Vivere è verificare.
L'uomo vuol vivere comodamente e piacevolmente; ma la natura vuole ch'egli esca dallo stato di pigrizia e di inattiva soddisfazione ed affronti lavoro e fatiche per inventare i mezzi onde ingegnosamente liberarsi anche da queste ultime.
Il rischio che abbiamo corso è stato vivere: vivere sempre.
La morte degli altri ci aiuta a vivere.