Dobbiamo liberarci dal carcere degli affari e della politica.
Principio e fine di ogni bene è la soddisfazione del ventre, e al ventre si riporta tutto ciò che è superfluo e ogni marchingegno umano.
Di tutte le cose che la sapienza procura in vista della vita felice, il bene più grande è l'acquisto dell'amicizia.
Colui che fa qualcosa di nascosto contro i patti stipulati reciprocamente circa il non recare né ricevere danno non può confidare di non essere scoperto, anche se per il presente ciò gli riesce infinite volte: non può mai sapere se riuscirà a non farsi scoprire fino alla sua morte.
Non fingere di essere saggio, ma sii saggio davvero: non abbiamo bisogno di apparire sani, ma di esserlo veramente.
La politica è la storia che si sta facendo, o si sta disfacendo.
Nessun popolo crede nel suo governo. Tutt'al più, la gente è rassegnata.
Ho sempre pensato che un politico debba essere giudicato dall'animosità che provoca tra i suoi oppositori.
L'arte politica non produce opere d'arte. Lavora su una materia ingrata. Creazioni imperfette di esseri imperfetti, ecco il sentimento che lascia questo gioco di nascite e di tramonti.
La crescente influenza delle donne è l'unica cosa rassicurante nella nostra vita politica.
Non ho scelto io la politica, mi è stata imposta dalla storia.
Anche per i più grandi uomini di stato fare politica vuol dire improvvisare e sperare nella fortuna.
La sconfitta deve quindi insegnare a capire molto di più di quanto è giusto, per discutere, costruire e proporre il giusto all'Italia che tuttora si interroga.
L'atto poetico deve essere bello, estetico e prescindere da qualsiasi giustificazione.
Cerchiamo quindi di rimboccarci le maniche e di compiere i nostri doveri, e di comportarci in modo che se l'Impero Britannico e il Commonwealth dovessero durare per mille anni, gli uomini diranno comunque: "Questo fu il loro momento migliore."