Scrivere è un artigianato che non conosce maestri, se non in modo imponderabile.
La scoperta della scrittura avrà l'effetto di produrre la dimenticanza nelle anime che l'impareranno, perché, fidandosi della scrittura, queste si abitueranno a ricordare dal di fuori mediante segni estranei, e non dal di dentro e da sé medesime.
Perché scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile.
Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo.
Per la scrittura io ho fatto tutto, mi sono ridotto persino a vivere.
Chi ha da dire qualcosa di nuovo e di importante ci tiene a farsi capire. Farà perciò tutto il possibile per scrivere in modo semplice e comprensibile. Niente è più facile dello scrivere difficile.
Scrivere è uno dei sistemi più semplici e più profondi per fare chiarezza dentro di sé e per tramandare la memoria delle nostre esistenze.
Scrivere è abusare della sensazione, renderla male; è il contrario dell'Acqua che si depura scorrendo.
L'osservare, il meditare, il disegnare, il colorire sono i quattro fondamenti su' quali riposa tutto il magistero dello scrivere.
Io scriverò se vuoi perché cerco un mondo diverso, con stelle al neon e un poco di Universo, e mi sento un eroe a tempo perso.
Penso che la scrittura sia una sorta di identificazione. Soltanto se fai vedere al lettore la scena usando un occhio interno riesci a mantenere la sua attenzione.