Non è la bellezza che mi conduce a te, scrittura, bensì la perdizione dell'anima.
Scrivere un libro è un po' come correre una maratona, la motivazione in sostanza è della stessa natura: uno stimolo interiore silenzioso e preciso, che non cerca conferma in un giudizio esterno.
Nella scrittura si adatta l'evidenza alla conclusione cui si vuole arrivare e raramente si dice la verità.
Vivere: è pugnare con gli spiriti mali del cuore e del pensiero. Scrivere: è tenere severo giudizio contro sé stessi.
La scrittura è l'ignoto. Prima di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere e in piena lucidità.
La scrittura esige virtù scoraggianti, sforzi, pazienza; è un'attività solitaria in cui il pubblico esiste solo come speranza.
Cogito ergo sum, ergo scrivo, ergo mi autopubblico, ergo mi autoleggo e chi s'è visto s'è visto. Stringi stringi: che bisogno c'è dell'editore? Mi pubblico io. Che bisogno c'è del lettore? Mi leggo io.
La scrittura è un tentativo disperato di preservare la memoria.
La pittura rappresenta al senso con piú verità e certezza le opere di natura, che non fanno le parole o le lettere, ma le lettere rappresentano con piú verità le parole al senso, che non fa la pittura.
Scrivere è abusare della sensazione, renderla male; è il contrario dell'Acqua che si depura scorrendo.
Nel paziente esercizio della scrittura ho dato un senso al dolore.