Siamo sempre mendicanti, anche nella fede.
Il credente sa che Dio gli ha affidato radicalmente tutto, ma sa anche che deve disporsi ogni giorno a ricevere nuovamente tutto, come dono, da Dio.
Erede sarà colui che riconosce in sé, come costitutivo del proprio sé, la relazione col padre, e cerca di esprimerla in tutta la sua tremenda difficoltà.
Siamo responsabili di quello che verrà, abbiamo un debito verso il futuro.
Quanto al mendicare, è più prudente mendicare che prendere, ma è più bello prendere che mendicare.
La felicità è come l'elemosina gettata al mendico. Gli permette di vivere oggi per prolungare il suo dolore l'indomani.
La superstizione, l'idolatria e l'ipocrisia percepiscono ricchi compensi, mentre la verità va in giro a chiedere l'elemosina.
La religione cattolica è un'istruzione a elemosinare il cielo, visto che sarebbe troppo incomodo guadagnarselo. I preti sono gli intermediari di questa elemosina.
Devi diventare bravo in una di queste due cose: seminare in primavera o chiedere l'elemosina in autunno.
Fare l'elemosina a un uomo nudo, per strada, non esaurisce gli obblighi dello Stato, che deve assicurare a tutti i cittadini la sopravvivenza, il nutrimento, un vestire dignitoso, e un modo di vivere che non contrasti con la sua salute.
La preghiera, il digiuno e l'elemosina comportano la necessità di non farsi dominare dalle cose che appaiono: quello che conta non è l'apparenza; il valore della vita non dipende dall'approvazione degli altri o dal successo, ma da quanto abbiamo dentro.
Il lavoro è amore reso visibile. Se non potete lavorare con amore ma solo con disgusto, meglio allora che l'abbandoniate andandovi a sedere al cancello del tempio per ricevere l'elemosina da chi lavora con gioia.
Come può una persona fare l'elemosina a un povero uomo con un cuore pulito quando crede, e ha interesse a credere, che ci sia un Dio che tiene il punteggio in cielo, che guarda verso il basso e annuisce in segno di approvazione?
In materia d'elemosina, bisogna chiudere la bocca e aprire il cuore.