Noi viviamo grazie a Dio, in un'epoca senza fede.
Mi chiedevo se era quella la rassegnazione, quel vuoto aspettare, contando i giorni come i grani di un rosario, sapendo che non ci appartengono, ma sono giorni che pure dobbiamo vivere perché ci sembrano preferibili al nulla.
Fra 30 anni l'Italia non sarà come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la TV.
I grandi amori si annunciano in modo preciso. Appena la vedi dici: chi è questa stronza?
Leggere è niente, il difficile è dimenticare ciò che si è letto. E ormai non sono più gli autori ad allontanarci dai loro libri, ma i loro lettori.
E pensare che questa farsa durerà ancora miliardi d'anni, dicono.
La festa prima della fine, l'orchestra che suona e non smette di suonare, mentre il Titanic affonda, è più che l'immagine di un'epoca: è una metafora della storia, della vita stessa, di ciascuno e di tutti.
L'epoca della procrastinazione, delle mezze misure, del mitigare, degli espedienti inutili, del differire sta giungendo alla fine. Ora stiamo entrando nell'epoca dove ogni azione causa conseguenze.
Le grandi epoche della nostra vita si hanno quando noi abbiamo il coraggio di ribattezzare il nostro male come quel che abbiamo di meglio.
Che epoca terribile quella in cui degli idioti governano dei ciechi.
I due punti più deboli della nostra epoca sono la mancanza di principi e la mancanza di immagine.
Più si studia la vita e la letteratura, più si sente con forza che dietro ogni cosa meravigliosa c'è l'individuo, e che non è il momento che fa l'uomo, ma l'uomo che crea l'epoca.
Sciagurati quei tempi in cui i matti guidano i ciechi!
Ogni epoca abbonda dei propri doni, eppure solo alcune epoche li tramutano in sostanza durevole.
Viviamo in un'epoca che legge troppo per essere saggia, e crede troppo per essere bella.