La qualità catastrofica di Dio era la sua grandezza.
Ogni imbecille, basta che ne abbia voglia, può perturbare la mente più complicata.
La noia mortale che emana da quelli che hanno ragione e lo sanno. Chi è veramente intelligente nasconde di aver ragione.
E se quelli che rimangono fossero sempre i peggiori? Darwinismo capovolto.
Dio fu un errore. Ma è difficile stabilire se fu commesso troppo presto o troppo tardi.
Coloro che non s'adeguano sono il sale della terra, il colore della vita, condannano se stessi all'infelicità, ma sono la nostra felicità.
Dio è scandalo, uno scandalo che dà profitto.
La grandezza la si deve misurare nei confronti con Dio. Quanto più uno si avvicina a Dio tanto più s'innalza.
Dio non può perdere niente, perché ha sempre dato tutto e la sua vita è, appunto, questo dono infinito che Egli è.
Dio è qui ora, accanto a noi. Possiamo vederlo in questa nebbia, in questo suolo, in questi abiti, in queste scarpe. I suoi angeli vegliano quando noi dormiamo e ci aiutano quando lavoriamo. Per ritrovare Dio, basta guardarsi intorno.
Dio sa quello che fa; tutto è per il meglio: preghiamo e speriamo.
Contro Pascal, io dico: il Dio di Abramo, d'Isacco e di Giacobbe e il Dio dei filosofi è lo stesso Dio.
Forse l'idea che Dio abbia fatto l'uomo a sua immagine e somiglianza non è una bestemmia né una fanfaronata, perché accorgersi, come Cottolengo, che non esiste mostruosità ma solo indicibile sofferenza in credito d'amore, è una grandezza degna di un Dio.
L'impazienza di Dio nel pubblicare il mondo non finisce di sbalordirmi. Cose così si tengono nel cassetto per sempre.
Un Dio che è onnisciente e onnipotente, e che non si cura nemmeno di far sì che le sue intenzioni vengano intese dalle sue creature: e questo sarebbe un Dio di bontà?
Dio soffre con noi, non si limita a guardare da lontano noi che soffriamo.